28° INCONTRO DEL 07/05/2018 nella parrocchia di Santa Maria della Libera

Io che non chiedo mai niente, questa sera vi chiedo un... obolo. Ma non il denaro, bensì la vostra preziosità, la preziosità unica e irrepetibile che ogni essere ha per metterla a beneficio della totalità dell'umanità.

A mano a mano che ciascuno sviluppa l'io (l'io sentimentale, l'io relazionale, ecc.), arricchisce l'umanità. Possiamo ribaltare questo discorso su ogni molecola esistente su cui l'uomo potrebbe indagare per coglierne la preziosità.

Ogni essere è unico e irrepetibile. Ogni capello che ti cade, cade solo a te...Capita solo a te, nella percezione esterna e nel vissuto psichico interno, vissuto a cui l'umanità può accedere se tu ti riveli; altrimenti il tuo mondo resta "secretato": nessuno può accedervi, nessuno lo può sostituire.

Anche a livello sociale, camminando per le strade di Napoli possiamo essere testimoni di un'esistenza che altrove non può esistere.

Gli attimi che si sgranano per un'intera vita sono di una pregnanza divina. Per fare un granellino di sabbia ci sono voluti secoli e secoli di levigamento... Il granellino di sabbia resta per me muto se non so cogliere tutto questo.

 Ma quando mi incontro con un altro granellino che è la persona, che parla anche quando tace, spetta a me ascoltarla. La possibilità di crescita si gioca nella dialettica permanente fra me e la congiuntura di miliardi di uomini e di altri miliardi di miliardi che verranno, cioè nella dialettica permanente con la realtà che si evolve.

Allora posso essere "missionario" per la crescita dell'umanità perché l'essere è manifestazione dell'unico Essere.

Se considero venti persone,  sono venti persone nella loro straordinarietà, sono un effetto... Io devo risalire alla loro causa, così come di fronte al granello di sabbia, vado oltre e leggo la storia delle acque che si sono successivamente ritirate e hanno portato con sé le rocce. Nelle venti persone non posso solo leggere l'evidenza, ma, guardando retrospettivamente, posso chiedermi: "Come mai queste venti persone sono diversificate? Come sono seme dell'umanità futura?".

Forse uno dei vostri figli viaggerà con naturalezza tra i pianeti... Sant'Anna non poteva immaginare che tra i suoi nipoti, per mezzo di Maria comparisse Gesù che avrebbe svolto la Sua missione.

"Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Lc. 2,49) - dice Gesù alla madre quando lo ritrova nel tempio e lo vuole riportare a casa. E  poi dirà: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?".  E, distesa la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli. Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre" (Mt. 12, 48-50).

Come facciamo noi a determinare la ricchezza che possiamo apportare all'umanità?Come facciamo noi a non accorgerci della preziosità dell'altro, anche se è una canaglia? Come facciamo a negare che una canaglia per fare... la canaglia deve essere in grado di farlo?

Noi siamo abituati a categorie drastiche:"La canaglia va eliminata!" e non a cogliere quello che sta dietro la canaglia. La conversione  (l'obolo di cui parlavamo in apertura)  che ci si richiede, è cercare di trovare nella nostra... "canagliaggine" la preziosità nascosta.

Questo vuol dire poter cogliere, nella nostra dimensione di limite, la nostra insostituibilità per la storia universale: qui scatta la consapevolezza della preziosità.

Per essere canaglia devo essere munito di libertà, che presuppone la capacità di scegliere, che presuppone la capacità intellettiva, che presuppone l'essere... vivo. E così uno che commette una canaglieria deve avere tutto questo.

Questa prospettiva deve aprire il varco all'esperienza profonda del perdono. Noi per perdono intendiamo la cancellazione del peccato, mentre il perdono è l'assunzione della ricchezza dell'altro nella possibilità del dono reciproco: "Admirabile commercium"...

Se io non entro nel "mercatino coperto" dell'altro, non potrò mai degustare la sua mercanzia. Non spostiamo l'attenzione dalla persona che è insondabile, al comportamento deviato. Se  io ho la chiave di lettura, metto in evidenza che quel comportamento è frutto di una scelta: vuol dire che quella persona è in grado di fare delle scelte.

Mi trovo così di fronte ad un fatto incredibilmente grande: se una persona può scegliere il male, è anche in grado di scegliere il bene perché è libera. Scopro un libro che si chiama libertà. Leggo su di me la possibilità di essere un malandrino o un benefattore e mi impreziosisco perché la libertà mi permette di seguire la via per giungere a quella determinazione.

C'è una serie di leggi che mi ha condotto fino a quel punto ed io scopro una parte dell'umanità che comunque mi appartiene.

Quando si verifica, per esempio, un'alluvione, le persone non vedono più le "etichette". Di fronte all'alluvione non c'è più differenza tra il dottore o il carrettiere: si riscopre l'unità nell'antropologia. Se, invece, mi sento distaccato, specializzato, io non colgo che la mia esistenza scaturisce da una serie interminabile di esperienze pregresse. Posso chiedermi come mai, in una parte della famiglia umana, c'è il pedofilo, o colui che stanzia una quantità di miliardi per gli armamenti, ma tutti sono parte di un'unica famiglia.

Siamo qui in quanto migliaia e migliaia di generazioni precedenti hanno avuto il loro sviluppo, altrimenti saremmo ancora nelle caverne a soffrire il freddo e la fame...

Una persona può essere arricchimento per l'altro in qualsiasi condizione si venga a trovare, se l'altro è in grado di cogliere questa ricchezza. Il camorrista è camorrista, il burocrate è burocrate, ma c'è quello che finisce di esserlo quando trova un'opportunità ed allora scatta la molla della responsabilità. Se una persona non ha mai conosciuto un mondo diverso da quello in cui è nata, il suo mondo è quello! Posso chiedermi: "Come mai i doni di questa persona non si sono potuti esprimere?".

In ogni realtà personale ci sono eventi molto complessi, e non vi si può accedere se la persona non apre un varco all'interno del suo modello culturale.

Guardiamo agli scritti dei carcerati che si sono "convertiti" oppure al pilota che ha sganciato la bomba su Hiroshima e poi si è fatto monaco...

Il discorso di fondo è: io devo prendere consapevolezza della mia preziosità e donarmi al mondo. Se non colgo la mia preziosità non posso donarmi. Di fronte alla mia disponibilità a donarmi, può darsi che l'altro si interpelli,  può darsi che chi è impegnato a costruire un muro per difendere il proprio giardino di fiori preziosi, non abbia il tempo per goderne, mentre l'altro, dall'altra parte del muro, lo guarda e ne gode.

Noi siamo unici e irrepetibili, fatti a immagine e somiglianza di Dio, in quanto siamo ciò che siamo. I doni che ciascuno di noi riceve non sono ripetibili. La vita la riceviamo, ma non si esaurisce in noi. Quando una persona fa del male all'altro, fa del male alla famiglia umana e il male si ritorce contro di sé. La preziosità che sta in te è perché appartieni all'umanità. In te devo cogliere questa preziosità anche se deviata, nascosta. Noi ci siamo dimenticati la naturalità. La preziosità più grande per la persona è poter amare e per questo deve essere libera.

Se sappiamo metterci in ascolto, possiamo cogliere la preziosità presente in qualunque persona. La persona è libera, e la libertà è, comunque, una preziosità. Se voglio cogliere la gioia di vivere in questa dimensione, devo avere l'orecchio attento e così posso accedere a delle preziosità per me ignote che solo in quella persona posso trovare.

E' possibile superare l'orrore che si prova dinanzi a chi genera la violenza e riuscire a perdonarlo?

L'atteggiamento da assumere di fronte a queste cose è quello di cogliere la preziosità che, comunque, esiste in ogni persona a prescindere dai comportamenti cattivi.

Dal comportamento io posso desumere che la persona è libera e la libertà è una sua preziosità indipendentemente da come la utilizza.

Se io voglio cogliere la gioia di vivere di quella persona, dovrei chiederle che cosa sente nel suo cuore, nella sua mente, nelle sue azioni, nelle sue relazioni. Se riuscissi ad avere questo accesso, potrei scoprire in quella persona delle preziosità che mi erano ignote e che altrove non posso trovare.

Quando S. Francesco d'Assisi andò dal sultano musulmano, lo fece per capire che cosa Dio gli poteva dire per mezzo del sultano. Il che significa che si mise in ascolto della Parola di Dio che gli veniva rivolta per mezzo di un non cristiano...

Nell'Antico Testamento, troviamo Ciro, re di Persia, completamente estraneo al popolo di Israele, che fece ricostruire il tempio di Gerusalemme (Esd 6,3-5)...

Gesù, poi, si attorniò di donne in un contesto sociale in cui queste non contavano nulla perché volle dare spazio alla preziosità di quelle realtà che non potevano esprimersi.

Allo stesso modo, dette priorità ai bambini: "Lasciate che i bambini vengano a me" (Mc 10,14) e addirittura disse: "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli" (Mt. 18,3).

Tutto questo, fermo restando che l'uomo, poi, essendo una preziosità divina, è ricco della libertà che gli consente di fare anche il male. Quando lo fa, io posso cercare di contenere il male, ma non posso togliergli la libertà perché andrei a ledergli un diritto antecedente. Posso limitare il danno, posso metterlo in isolamento, posso dirgli che non ha il diritto di danneggiare gli altri...

Tutto questo fa parte della metodologia, ma non del discorso di fondo, del perdono, di come, cioè, io faccio parte dell'unica famiglia umana e il totale non è la sommatoria, ma è nell'effetto la presenza della causa, il che significa che se io mi trovo di fronte ad un quadro meraviglioso, non posso distruggerlo con disprezzo perché distruggerei e disprezzerei l'autore.

Se siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio, io sto attento se anche soltanto una foglia viene deturpata senza alcun motivo o un animale viene fatto soffrire. Tutto il discorso di rispetto profondo della vita fa parte della sensibilità di chi ne coglie la presenza di preziosità insostituibile.

Nella testa di una persona nascono delle idee che sono appunto insostituibili ed uniche. Se quella persona non ce le rivela, noi non le conosceremo mai. La sua preziosità sta nel suo pensare. Se me lo rivela, io mi arricchisco di un tesoro che altrove non potrò trovare.

Se ci poniamo in una dimensione di reciproco arricchimento, possiamo anche provare la reciproca gioia, ma se sto in un campo tra cento disperati, io non me lo posso godere.

Per quanto riguarda la punizione, esiste una mediazione penale che è un percorso che cerca di ridare la parola alla persona che ha commesso del male e che culmina nell'incontro della vittima o della sua famiglia con il reo allo scopo di fargli rendere conto del male che ha fatto e modificare qualcosa dentro di lui.

La punizione è valida quando riesce a trovare la mediazione giustificativa della punizione stessa per il bene dell'umanità che sta in lui ed in me. Questo è difficile assai.

I comportamenti sbagliati vanno denunciati. Se io ricevo un'ingiustizia, se si dicono menzogne su di me, non devo soffrire perché se io soffro, è una parte dell'umanità che in me va in sofferenza e così facendo, io ribalto il mio malessere su chi me lo ha provocato attivando una catena di malessere senza fine.

Posso gioire se non mi faccio scalfire dal male. Il perdono è proprio questo.

E' difficile, ma chi perdona non deve essere considerato come ... uno scemo, ma come un essere superiore all'offesa e al reo. Si deve studiare poi la metodologia per applicare o meno la punizione allo scopo di ottenere un risultato che sia migliorativo per l'umanità intera.

Al n. 236 dell'"Evangelii Gaudium" è scritto: "Persino le persone che possono essere criticate per i loro errori, hanno qualcosa da apportare che non deve andare perduto". E prima dice che il modello dell'umanità non è la sfera dove tutti sono uguali, ma è il poliedro dove ciascuno riflette la propria realtà all'interno secondo una propria angolatura ed è questa la preziosità che ciascuno di noi deve cercare di cogliere.

All'inizio ho detto: "Io non vi chiedo mai niente, ma questa sera una cosa ve la chiedo: che mi diate la preziosità del vostro essere. E' difficile assai perché per poterla dare, bisogna coglierla.